Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/170

Da Wikisource.
160 conc. gen. dell’equil. econ. [§ 41-44]

senza ricercarlo direttamente, a modificare quella condizione, poichè, secondo le varie condizioni del mercato, è disposto a trasformare una quantità maggiore o minore di una merce in un’altra. Paragona le successive trasformazioni, in una stessa condizione del mercato, ed ha in mira di trovare una condizione tale, che quelle successive trasformazioni lo conducano ad un punto ove i suoi gusti sieno soddisfatti, Abbiamo così il tipo (I).

42. L’individuo considerato può, invece, occuparsi di modificare le condizioni del mercato, per farne suo pro o per altro fine qualsiasi. Il baratto, sotto una certa condizione, fa sì che l’equilibrio ha luogo in un punto; sotto un’altra condizione, l’equilibrio ha luogo in un altro punto. Si paragonano quelle due posizioni e si cerca quale raggiunge meglio il fine che si ha in vista. Fatta la scelta, si procura di modificare le condizioni del mercato, in modo che sieno quelle che corrispondono a tale scelta. Abbiamo così il tipo (II).

43. Evidentemente, se il tipo (I) può essere seguito da chiunque capiti su un mercato, il tipo (II) invece non può essere seguito che da chi sa e può modificare le condizioni di un mercato; il che certo non è da tutti.

44. Seguitiamo le nostre indagini, e vedremo che il tipo (I) comprende infinite transazioni, tra le quali la maggior parte, anzi tutte le transazioni che hanno per fine consumi casalinghi. Quando mai si è veduto una madre di famiglia che sta per comperare cicoria ovvero caffè, considerare altro che il prezzo di quelle sostanze, e dire: «se compro oggi cicoria, ciò può fare crescere, in avvenire, il prezzo di quella sostanza, e quindi mi conviene considerare il danno che avrò in avvenire dalla