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[§ 34] | fenomeno economico concreto | 463 |
dant remarquer qu’il y a quelque injustice1 à proclamer le droit sacré de la grève2 tout en ne laissant aux anvriers aucun moyen legal d’en assurer l’exercice?3 Comment peut-on avec sincérité se féliciter du relèvement des salaires et condamner les procédés qui out été absolumemt nécéssaires pour l’obtenir?4 Il est en effet certain que ce mouvement gréviste n’aurait pas abouti si les ouvriers n’avaient pu se servir de cette tactique illégale»5.
Ben poco senno appare nella forma di questo
- ↑ Non si capisce che concetto possa avere quest’autore della giustizia.
- ↑ Pare che al nostro autore non riesca intendere la differenza che esiste tra il diritto di non lavorare, e il diritto di percuotere e di minacciare chi lavora.
- ↑ Gli scioperanti hanno dovuto farsi giustizia perchè la legge non soccorreva loro. Se la forza pubblica avesse arrestato coloro che volevano lavorare, i possidenti che erano disposti ad impiegarli, e tutti coloro che di tali «delitti» facevano l’apologia, gli scioperanti non avrebbero dovuto darsi pensiero di picchiare e minacciare!
- ↑ Dunque chi si rallegra di una cosa, deve accettare qualsiasi mezzo per conseguirla! Ecco un piccolo dialogo al quale non ha pensato l’autore: «Mi rallegro di vederti quel bel brillante. — L’ho rubato a un gioielliere. — Non mi rallegro più. — Ma era il mezzo assolutamente necessario per ottenerlo. — Non credo che il fine giustifichi i mezzi».
Potrebbe anche esservi qualche eretico della nuova ortodossia, che non si rallegrasse dell’aumento dei salari. - ↑ Quindi qualsiasi cosa vietata dalla legge diventa lecita, purchè solo sia necessaria, o stimata tale, per far conseguire vittoria ad uno sciopero. Il diritto allo sciopero è il diritto di usare qualsiasi mezzo necessario per imporre ai borghesi il volere degli scioperanti.