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i promessi sposi. 265

una domanda della contessa Diodata Saluzzo relativa al romanzo il Manzoni rispondeva: «La filastrocca, della quale Ella ha la bontà di richiedermi, è bensì stampata in gran parte, ma nulla ne è ancor pubblicato, nè sarà che ad opera compiuta. Del quando non posso fare alcuna congettura un po’ precisa; perchè di quel che manca alla stampa, una parte manca ancora allo scritto; e il compimento di questo dipende da una salute incerta e bisbetica, la quale spesso mi fa andare assai lento, e talvolta cessare affatto per buon numero di giorni. Dell’essersi poi, come Ella mi accenna, veduto costì il già stampato, io non so che mi dire nè che pensare, non ve ne avendo io spedita certamente copia, nè in altra parte d’Italia. Nè anche posso tacere che, siccome l’aspettazione di alcuni mi aveva già posto in gran pensiero, così in grandissimo mi pone codesta ch’Ella si degna mostrarmi: chè, riguardando al mio lavoro, sento troppo vivamente quanto sia immeritevole di una sua curiosità; e troppo certamente prevedo quanto questa sia per essere mal soddisfatta. Ma, ad ogni modo, la prova non sarà terribile che per la vanità; e io confido ch’Ella si contenterà di dimenticare il libro noioso, senza cacciar per questo l’autore dal posto accordatogli nella sua benevolenza.» Da questa lettera rileviamo che nel marzo 1827 il libro era al suo fine, ma che il Manzoni doveva ancora scriverne gli ultimi fogli. È potuto parere strano ai lettori de’ Promessi Sposi che il Manzoni fissasse il numero de’ suoi lettori a soli venticinque; o eran troppi, o troppo pochi; si disse che in quel caso il Manzoni affettava soverchia modestia; ma è dif-