Pagina:Marinetti - La cucina futurista, 1932.djvu/118

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che voi, io pensavo che i futuristi, tanto per fare una novità, avrebbero anticipato e invece c’è la solita asfissiante attesa come in tutti i pranzi di questo mondo borghese.

Mi guarda e mi sorride ironico. — Mangiare nel futuro... cosa più futurista di così?

L’inizio del pranzo

Come Dio vuole, il Dio dei futuristi s’intende, quello che Fillìa ci presenterà alla mostra d’arte sacra di Padova, ci sediamo a tavola: Antipasto intuitivo. È convinzione generale che questo piatto sarà in realtà saltato a piè pari per mantener fede alla sua definizione di intuitivo: invece no. Ci servono degli elegantissimi cestini scavati nella buccia dell’arancio e ricolmi di tutto quanto costituiva il vecchio antipasto caro alle nostre bisnonne: salame di autentico porco e sott’aceti Cirio, il tutto trafitto da piccoli bastoni di grissini di cui, informazioni sicure di studiosi del genere, assicurano si faceva uso anche vent’anni fa.

Ma qualche cosa di nuovo c’è e consiste in minuscoli biglietti nascosti dentro le ulive farcite. Si sputano, si aprono e si leggono ad alta voce con grande dilettazione degli astanti: Emanuelli è il più grande giornalista, firmato Enrico Emanuelli.

Anche questo lo sapevamo.


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