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interminabili) Cielo!... Quanti sono!... Se ne vedono sopraggiungere da ogni parte... da ogni punto dell’orizzonte! Son più di centomila!... (I Citrulli vanno moltiplicando formidabili colpi contro la porta del castello, che scricchiola) Béchamel! Soffione!... Dove siete?...

I Guatteri spingono delle madie davanti alla porta.

SOFFIONE

nascosto nella cucina e spiando dalla porta socchiusa:

Torta!... Vieni qui!... Presto, imbecille!... La porta sta per cadere!...

TORTA

guardando dalla finestra.

Siamo perduti!... I Citrulli sono inferociti!.. E sono armati di spiedi e di attizzatoi! (Si ode, nel giardino, un fortissimo schianto) Sono tanto accalcati, che i loro capelli si aggrovigliano come le erbe di una prateria al soffio del vento!... E atterrano tutti gli alberi del viale!...

Gran crollo di corpi accalcati sulla scalinata; poi un colpo terribile sui battenti, che si schiudono lentamente, forzati dalla folla degli affamati. Torta si eclissa, dalla porta semiaperta della cucina, che richiude violentemente dietro di sé. Si ode nella cucina un rumore cupo di mobili rimossi che si urtano, e, nel giardino e sulla scalinata, uno scalpiccio d’esercito in marcia.

FAMONE

entrando pel primo, armato di un enorme spiedo, d’oro:

Dove sono? (Vedendo chiudersi i battenti della porta delle cucine) Ah! Vigliacchi!