Pagina:Marinetti - Re Baldoria.djvu/170

Da Wikisource.
158 re baldoria

bero piuttosto dovuto offrirci lo spettacolo di Re Baldoria e de’ suoi vassalli in atto di tender la mano come mendichi... oppure alla catena come schiavi...

SALAME.

Come cani!... Non ci aggirammo noi per molto tempo intorno alle loro tavole, famelici e intirizziti nei nostri gabbani a brandelli?... (Battendo forte col pugno sulla tavola) Pentole del Demonio!... Tocca a loro, adesso, raccattar le briciole e leccar le scodelle... Dove sono?... (Delirando per l’ubbriachezza) Soffione! Tu mi derubi!...

SOFFIONE.

Calma!... Io vi servirò tutta la Corte... Re, ministri e vassalli, sapientemente cotti in istufato... Che posso fare di più?... (Rivolgendosi ai Servi) Uscite dalle cucine! Venite avanti! E voi, deponete qui Re Baldoria!

I servi che hanno portato il primo bagno d’oro lo depongono sulla tavola tra Anguilla e Fra Trippa. Gli altri servi sfilano lentamente a destra e a sinistra portando gli altri bagni verso la parte invisibile del refettorio. Frattanto, Soffione si eclissa nella cucina, chiudendone la porta dietro di sé.

FAMONE

che durante tutta la scena precedente è rimasto in mezzo alla folla dei servi, spiando, si slancia dietro a Soffione, ma non abbastanza prontamente, e s’arresta davanti alla porta chiusa, battendo i piedi con rabbia e guardando intento pel buco della serratura.

Venite, Citrulli!... Venite a vedere che cosa