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186 re baldoria


ANGUILLA.

I bagliori del braciere proiettano sulle pareti le loro ombre colossali!... Laggiù! Guarda, Fra Trippa!... Brr!... (Annaspando nel buio per attirare a sé i boccali pieni di vino) Ho paura!... Bisogna bere, per riacquistare energia!... Ma purtroppo questo elisir non contiene la rossa audacia e la follia di cui ho bisogno!... Strano!... Io non riesco a ubbriacarmi!... (Beve copiosamente a lunghi sorsi) La mia ragione galleggia ancora, come un povero piccolo sughero su oceani d’alcool! (Vuota uno dopo l’altro tre grandi boccali di vino) Ahi... ora sto assai meglio!... Ci vedo di più!... Dio! che buio!... Dov’è Pappone?... Eccolo!... Pappone! io ti sfido! (Rimboccandosi le maniche, come un lottatore) Vedi, mio caro Fra Trippa... L’uomo è un’ilare tragedia, che non sarà mai rappresentata... e che si va provando, incessantemente... (Il singhiozzo gli mozza la parola) nella penombra di un teatro chiuso alla luce del giorno...

Si alza, barcolla, girando intorno a Faraone, e si avanza verso il braciere, portando un gran boccale da cui trabocca e gronda l’elisir.

I nostri desiderî appassionati sono i presuntuosi e veementi attori di codesta prova fantasmagorica... Inesplicabilmente, nella sala crepuscolare, tutti quegli artisti gesticolanti cadono uno dopo l’altro, poi a due a due, poi a quattro a quattro, morendo, con un braccio alzato, mentre declamano una tirata... assai prima che s’alzi il sipario!... Fuori, cala a poco a poco la Notte delie Notti... per cui l’oscurità che regna nel teatro va diventando sempre più logica! Ad un tratto, un