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Pagina:Marinetti - Re Baldoria.djvu/222

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210 re baldoria

(Scuotendo il braccio destro all’Idiota) Su! Raccontaci che cosa hai visto, pensato e sognato durante il tuo viaggio al centro... dei Citrulli!...

L’IODTA

con sguardi infantili e abbagliati:

Mi coricai, la notte scorsa, a pancia all’aria, nel bel mezzo d’una vasta pianura... per contemplare a tutt’agio l’Orsa Maggiore, amica mia... Ella saltellava sulle nuvole, agitando placidamente la testa grondante di fuoco, e immergendola a quando a quando nel limpido abbeveratoio della Via Lattea...

Ad un tratto (ero ubbriaco?) l’Orsa Maggiore si accoccolò spaventata... poi si risollevò, inarcando la schiena, ritti e rigidi i peli, e balzò in avanti... Allora, io gridai come in delirio: «È folle, è folle d’ira, l’Orsa Maggiore!... Ha il morso alla bocca... e sta per saltare oltre lo zenit! Le sue zampe calpestano i monti ambiziosi e i turbolenti formicai delle città!...»

Poi, giunte le mani, invocai così quel bestione siderale: «mia cara Orsa Maggiore, abbi pieltà di noi!... Non irritarti, anzitutto, poiché non è colpa nostra, se siamo Citrulli!... Non schiacciarci, ti supplico, sotto le tue gigantesche zampe di diamante!» Infine, improvvisai delle belle strofe che placarono il suo corruccio, tanto che alfine ella s’abbandonò con gioia ad inondarmi dei fulgidi e profumati efflussi del suo intestino celeste...

Erano gemme liquide che mi scorrevano sul viso!... Ed il mio corpo, floscio, vellutato e crivellato da innumerevoli correnti d’aria, come la