Pagina:Marinetti - Re Baldoria.djvu/243

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231 atto quarto

disce lo stomaco universale... l’abbondanza lo esaspera...

SARDELLA

che trascina faticosamente verso la finestra l’enorme cadavere di Pappone, si mette a saltellare dalla gioia, bestemmiando ed emettendo grida d’allegrezza.

Ohe! vieni, Pappone!... Ah! com’è pesante!... Aiutatemi, Valletti!... Io non potrò mai, da solo, issarlo sul davanzale!... Vieni, Pappone mio!... Perchè ti siedi ad ogni istante, come un papa, per sbadigliare?... (Scoppiando a ridere) Tu esageri un poco la tua parte di cadavere, amico mio!... Chiudi la bocca!... Ah! Ah!... I dentisti vi hanno lavorato terribilmente.

Si ferma davanti alla finestra, e comincia a sollevare il cadavere coll’aiuto dei Valletti.

FRA TRIPPA

interrompendo il proprio discorso, e alzando la destra per benedire il cadavere di Pappone:

Senza rancore. Pappone mio... lascia che io li benedica e ti perdoni!... mio divoratore... mio dolcissimo antropofago... io ti assolvo!... (Tastando la dentiera di Pappone che gli sta incastrata sulla testa a guisa di corona) Conserverò preziosamente questa corona come tuo ricordo... Requiem aetemam!

Si ode il formidabile rumore del gigantesco cadavere che piomba nelle dense acque dello Stagno. Scoppiano tosto, da ogni punto dell’orizzonte, urli assordanti di jene.

In verità, in verità, Jene, gran pubblico venerabile di queste Assise gastrologiche, voi avete