Pagina:Marinetti - Re Baldoria.djvu/272

Da Wikisource.
260 re baldoria

morte successiva delle cellule esauste... Io sono la vita delle folle, che si rinnova nella morte degli individui!...

Io sono l’Eternità, dal ventre ampio e tenebroso come l’estuario del Gange in una notte stellata... Io sono l’Eternità che si diverte a sgranare un rosario abbagliante di costellazioni e di secoli... interminabilmente!

Io sono la Morte che abbraccia la Vita! Io sono la Morte nella Vita, accoppiate!...

Sono la vita fragile e delicata, tutta impregnata di nostalgie, che sviene di voluttà fra le braccia della Morte dalle possenti poppe adamantine!...

Sono il bacio crepitante e selvaggio che la Vita atterrata subisce fra le sue coscie aperte, piangendo, come una vergine, dai suoi occhi di crepuscolo infinito!...

FAMONE.

Che la Giustizia, l’Eguaglianza e la Libertà regnino finalmente su tutti gli stomachi e in tutti gl’intestini! Fulmini e baleni!... Ah! eccoti qua, Baldoria! Uccidiamo il Re!...

UN AFFAMATO.

Sì!... Uccidiamo il Re! (In disparte) Io ho più forza e più spirito di questo vile Famone... Lo ucciderò, domani, per mettermi al suo posto!... Frattanto, (gridando forte) viva Famone!... Abbasso Re Baldoria!... Ammazziamolo!...

SANTA PUTREDINE

indicando gli Affamiati:

Io sono l’autrice della risurrezione!... Io sono