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do, si passa una mano sullo stomaco come per reprimere dei singhiozzi dolorosi e dei crampi di appetito. Finalmente, siede sul trono, e, impugnata colla destra la forchetta d’oro, appoggia il pugno sulla coscia destra, come se tenesse uno scettro). Tu, mio carissimo Masticafiele, siedi qui, presso il mio piede sinistro... Nessuna azione violenta s’impone, per ora... E tu potresti comprometter tutto, se io ti lasciassi i pieni poteri di primo ministro.

Questi pieni poteri appartengono a te, mio dolcissimo Pancotto... Siedi anche tu, caro, qui, da quest’altra parte, presso il mio piede destro... Sì! D’altronde, non avrete nulla da fare, né l’uno né l’altro, poiché gli avvenimenti s’impongono e noi dobbiamo obbedir loro.

MASTICAFIELE

inchinandosi e brontolando rabbiosamente.

Prendi! Eccoti il coltello dell’autorità..

Tende a Pancotto il coltellaccio dal manico incrostato di rubini e va a sedersi alla sinistra del Re

PANCOTTO.

Oh! te lo puoi tenere... Io non ho nulla da tagliare, con quell’arnese! Ah! Se avessi il coltello delle frutta!...

RE BALDORIA

sbadigliando malinconicamente:

Hai ragione, Pancottino mio!