Pagina:Marinetti - Scatole d'amore in conserva, 1927.djvu/24

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vi giunga la mia fervida adesione che non è espressione formale ma vivo segno di grandissima simpatia per l'infaticabile e geniale assertore di Italianità, per il poeta innovatore che mi ha dato la sensazione dell’oceano e della macchina, per il mio caro vecchio amico delle prime battaglie fasciste, per il soldato intrepido che ha offerto alla Patria una passione indomita consacrata dal sangue».

Mussolini.

Il generale Gandolfo, capo della Milizia, mi proclama camicia nera d’onore con questa lettera:

«Caro Carli, la tua lettera mi giunge quando ho già data la mia adesione al banchetto in onore di S. E. De Vecchi che avrà luogo domenica 1° marzo. Debbo quindi rinunciare a intervenire alle onoranze che Roma tributa al grande animatore d’italianità. Ma in una radunata di artisti è lo spirito che predomina e il mio è presente perchè come capo della Milizia considero oggi F. T. Marinetti “Camicia Nera” d’Onore.

Per amore di Patria egli conobbe infatti il gelo delle carceri e sfidò lo scherno dei filistei quando la vecchia Italia dei compromessi, delle rinuncie e del quieto vivere barattava l’anima della stirpe immortale. Ma la sua azione incitatrice risale alle dimostrazioni goliardiche del 1911, quando al grido «Viva Asinari di Bernezzo! Morte all’Austria!» fece squillare la prima nota della grande diana che portò la giovinezza italica sulle vie di Vittorio Veneto.

Questo non dimentica la nuova Italia, non dimentica il Fascismo che anche da lui attinse la luce

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