Pagina:Marinetti - Scatole d'amore in conserva, 1927.djvu/70

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iei cari sposini. Non mi pento di essere venuto l’ultimo a farvi i miei auguri. Poiché mi avete sempre considerato come vostro direttore spirituale sono venuto a darvi i miei consigli di felicità sperando che essendo gli ultimi saranno un po’ seguiti. Partite fra mezz’ora quasi senza meta. Mi hanno detto che farete un lungo viaggio. Vorrei che la vostra pesca di sensazioni nei mari lontani fosse abbondante, sorprendente e deliziosa pei vostri nervi e per i vostri cuori; ma temo che ciò non avverrà se non vi liberate subito da tutte le vostre abitudini passate. Le Forze dell’Universo vi offrono delle avventure e delle coincidenze artisticamente combinate pei piaceri dell’anima e del corpo. Occorre dunque preparare dei pontili nuovi a questi miracolosi visitatori. Bisogna partire con animo nuovo, nervi nuovi, occhi nuovi, naso nuovo, mani nuove. Questa pioggerella d’autunno che dà ai pensieri miei una nuova lucidità frizzante vi porge anche un quadro preciso delle vostre sensibilità passate. Guarda un po’ tu, caro Giovanni, guardi, signora, lì davanti alla soglia della vostra bella villa; la pioggia crea nelle pozzanghere incessanti, minuti cerchi concentrici che si ingranano come le numerose piccole ruote d’un orologio preciso. Sono instancabili, oliate, delicatissime, quelle piccole ruote d’acqua mosse dalle gocce cadenti. Si muovono senza scosse. Ora il loro ritmo sogna di ingranarle nelle grandi ruote pure oliatissime, ovattate di silenzio della automobile dei vostri

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