Pagina:Marinetti - Teatro.djvu/415

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L’arruffatore

Arruffo.

Simultanina

battendo le mani:

Che mestiere divertente! Cosa arruffa?

L’arruffatore

Matasse, nuvole, idee, intrighi, popoli e amori! Non i miei, però! Quelli degli altri. Preferisco le relazioni perfette. Entro in scena e tutto va a catafascio.

Simultanina

E lei, non si lascia mai arruffare?

L’arruffatore

Sono arruffatissimo. Mio padre, ginecologo illustre, morì di dolore per non aver potuto avere pupi...

Simultanina

E lei?

L’arruffatore

Io non sono mai stato pupo. Sono nato colla barba tutto sviluppato. Pittore scultore venditore di cocaina ecc. Preferisco l’amicizia degli uomini all’amore delle donne. Se mi annoiano le turlupino. Sono anche rivoluzionario. Si, organizzo rivoluzioni a tempo perso. Disgraziatamente rimango sempre fuori dai grovigli interessanti. Sono troppo intermittente distratto e letterario. Vuole scrivere un dramma In collaborazione? Sono anche maestro di ballo. Ah, dimenticavo! (Presentando la sua amica danzatrice) Piff. Simultanina. (A Piff) Sei pronta? Ricordati la massima intensità simultanea di gioia-dolore nella tua danza. Fate buio! L’illumino io.

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