Pagina:Marinetti - Teatro.djvu/491

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porita
porita
porita

Sono un pescatore robusto, ma non ebbi mai all’amo un pesce tanto pesante!... Issa-ooo!

La voce d’un bagnante

Aiuto! Aiuto! Una foca!

Il mercante d’ovatta

Non è una foca... La vedo uscire dall’acqua... E’ una cosa grossa imprecisa... Ma certo l’odor il peso e l’orror si può ben precisar! (Bruscamente si volta e a stento frena coi piedi la forza che lo tira col filo nel lago) Non tiri tanto. Cosa fa? Dio! Che tiraggio! Se lei tira cosí dò le dimissioni da franco tiratore. Cosa dice? Vuol parlare col capostazione? Essere mangiata da lui? Per carità, non s’aggrappi agli scogli. Non beva l’acqua! Perché gonfia i muscoli in codesto modo? Tenga fuori la pancia! Se lei scodinzola mi crea una marea. Cooosa dice? Un po’ di peso al ventre? Faccia pure. Senza complimenti. Desidera un libro divertente? Ora, sta meglio, brava! Venga su ma non tiri. (Lega il filo al parapetto che vibra agli strapponi della trota, poi si siede sull’impiantito, voltando la schiena al lago) Lei tira?... Sta bene, ma patti chiari. (Di scatto il mercante d’ovatta si alza furibondo, e voltandosi verso il lago) Ah! E filo, il mio filo, signora trota! Con quelle mani e quella bocca, lei mi rompe il filo! Se lo rompe! Succhiona! Brutalona! Se lo rompe lo paga lei! Si! lei, si, lo paga lei!... (Il parapetto cede agli strappi del filo. L’impiantito dello stabilimento scricchiola) Diooooo! La foca si porta via lo stabilimento. Si salvi chi può!

Sipario

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