Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/154

Da Wikisource.

ARGOMENTO

Mentre che stanco Adon dorme in su ’l prato,
la bella Citherea n’arde d’amore.
Egli si desta, e pien di pari ardore
vassene seco invèr l’ostel beato.




1.Perfido è ben Amor, chi n’arde il sente:
ma chi è che nol senta, o che non n’arda?
E pur la cieca e forsennata gente
segue il suo peggio, e ’l proprio mal non guarda.
Fascino dilettoso, ond’uom sovente
pasce, credulo augello, ésca bugiarda.
Vede tese le reti, e non le fugge,
né vorria non voler quel che lo strugge.

2.Corre vaga Farfalla al chiaro lume,
solca incauto Nocchier le placid’onde:
quella nel fiero incendio arde le piume,
questo assorbon talor l’acque profonde.
Spesso arsenico in oro, e per costume
rigido tra bei fiori angue s’asconde;
e spesso in dolce pomo ed odorato
suol putrido abitar verme celato.