Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/325

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11.Miraeoi grande, in cui con piena intera
Giove de’ doni suoi versò l’eccesso;
de la divinitá sembianza vera,
imagin viva, e simulacro espresso.
Quasi in angusta mappa immensa sfera,
fu l’Universo epilogato in esso.
Tien sublime la fronte, alte le ciglia,
sol per mirar quel Ciel, che l’assomiglia.

12.È distinto in tre parti il maggior Mondo,
l’una è de’ sommi Dei, che ’n alto stassi.
De le sfere rotanti hanno il secondo
loco le belle e ben disposte classi.
Ritien l’ultimo sito e piú profondo
la region degli elementi bassi.
E quest’altro minor, c’ha spirti e sensi,
ben di proporzion seco conviensi.

13.Sostien la vece del sovran Motore
nel capo eccelso la virtú che ’ntende.
Stassi a guisa di Sol nel mezo il core,
10 qual per tutto il suo calor distende.
11 ventre ne la sede inferiore
qual corpo sublunar, varia vicende.
Cosí in governo, e nutrimento, e vita
questa casa animata è tripartita.

14.Son cinque corpi il Cielo e gli elementi,
e pur de’ sensi il numero è sí fatto.
L’orbe stellato di bei lumi ardenti
è de la vista un naturai ritratto.
Son poi tra lor conformi e rispondenti
l’udito a l’aere, ed a la terra il tatto.
Ne par che meno in simpatia risponda
l’odorato a la fiamma, il gusto a l’onda.