Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/337

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59.— Vedi Giove — dicea — lá ’ve s’aduna
schiera di Verginelle ir con l’armento.
Vedi che scherza, e la superba Luna
crolla del capo, e sfida a giostra il vento.
Tutto candido il pel, la fronte ha bruna,
dove in mezo biancheggia un Sol d’argento.
Giá muggir sembra, e sembra al suo muggito
muggir la valle intorno intorno, e ’l lito.

60.A la Ninfa gentil, che varie appresta
trecce di fiori a le sue trecce d’oro,
s’avicina pian piano, e de la vesta
umil le bacia il vago lembo il Toro.
Ella il vezzeggia, e ’ntesse a l’aspra testa
di catenate rose alto lavoro.
Ed egli inginocchion le terga abbassa,
e da la bella man palpar si lassa.

61.Sovra gli monta la Donzella ardita,
quei prende allor per entro Tacque il corso,
e sí sen porta lei, che sbigottita
volgesi a tergo, e ’nvan chiede soccorso.
Cogliesi tutta, e tutta in sé romita
l’una man stende al corno, e Taltra al dorso.
Su ’l mar piovono i fior nel grembo accolti,
scherzano i biondi crini a l’aura sciolti.

62.Solca la Giovinetta il salso regno
sparsa il volto di neve, il cor di gelo,
quasi stanco nocchiero in fragil legno:
il Tauro è nave, e gli fa vela il velo.
Van guizzando i Delfini, e lieto segno
fanno di festa al gran Rettor del Cielo.
Ridendo Amor superbamente il mira
quasi per scherno, e per le corna il tira.