Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/405

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107.Anzi, virtú d’Amor vie piú che d’Arte,
la men pura sostanza indi rimossa,
perché perfetta il frutto abbia ogni parte,
fa che le polpe sue nascan senz’ossa;
e tanto in lor di suo vigor comparte
che ciascun d’essi oltremisura ingrossa.
Il Pero, il Prun prodigioso, e ’l Pesco
vive in ogni stagion maturo e fresco.

108.Mostrando il cor fin ne le foglie espresso
preme il tronco fedel l’Edra brancuta.
Stringe il marito, e gli s’appoggia appresso
la Vite, onde la vita è sostenuta.
Vibra nel gelo Amor, nel vento istesso
la face ardente, e la saetta acuta.
L’acque accese d’Amor bacian le sponde,
e discorron d’Amor 1 ’aure e le fronde.

109.Tra que’ frondosi arbusti Adon sen varca,
e co’ Numi compagni oltre camina,
dove ogni pianta i verdi rami inarca,
quasi voglia abbracciar chi s’avicina;
e di frutti e di fior giá mai non scarca,
e del bel peso prodiga, s’inchina.
Piove nèttar l’Olivo, e l’Elce manna,
mèle la Quercia, e zucchero la Canna.

110.Qui son di Bacco le feconde vigne,
dove in pioggia stillante il vin si sugge.
Di candid’uve onusta e di sanguigne
quivi ogni vite si diffonde e strugge;
le cui radici intorno irriga e cigne
di puro mosto un fiumicel che fugge.
Scorre il mosto da l’uve e da le foglie,
e ’n vermiglio ruscel tutto s’accoglie.