Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/407

Da Wikisource.


115.Con pampinosi e teneri legami
stringono ad or ad or quel Fauno e questo,
che non potendo poi staccar da’ rami
la parte genital, fanno un innesto.
Fansi una specie istessa, e di fogliami
veston le braccia e divien sterpo il resto,
verdeggia il crine, e con le barbe in terra
indivisibilmente il piè s’afferra.

116.Quanti favoleggiò Numi profani
l’etate antica, han quivi i lor soggiorni.
Lari, Sileni, e Semicapri, e Pani,
la man di tirso, il crin di vite adorni,
Genii salaci e rustici Silvani,
Fauni saltanti e Satiri bicorni,
e di ferule verdi ombrosi i capi
senza fren, senza vel Bacchi e Priapi.

117.E Menadi e Bassaridi vi scemi
ebre pur sempre, e sempre a bere acconce,
eh’intente or di Latini, or di Falerni
a votar tazze, ed asciugar bigonce,
ed agitate da’ furori interni
rotando i membri in sozze guise e sconce,
celebran l’Orgie lor con queste o tali
Fescennine canzoni e Baccanali:

118.— Or d’ellera s’adornino e di pampino
i Giovani, e le Vergini piú tenere,
e gemina ne l’anima si stampino
l’imagine di Libero e di Venere.
Tutti ardano, s’accendano, ed avampino
qual Semele, ch’ai folgore fu cenere:
e cantino a Cupidine ed a Bromio
con numeri poetici un encomio.