Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/449

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19.— A Dio, ti lascio; omai fin qui — di Giove
disse lá giunto il messaggier sagace —
per ignote contrade, ed a te nove,
averti scòrto, o bell’Adon, mi piace.
Eccoci alfine in su ’l confin, lá dove
ogni guerra d’Amor termina in pace.
Di quel Senso gentil questa è la sede
a cui sol di certezza ogni altro cede.

20.Ogni altro senso può ben di leggiero
deluso esser talor da’ falsi oggetti;
questo sol no, lo qual sempr’è del vero
fido ministro, e padre de’ diletti.
Gli altri non possedendo il corpo intero
ma qualche parte sol, non son perfetti.
Questo con atto universal distende
le sue forze per tutto, e tutto il prende.

21.Vorrei parlarne, e ti verrei solvendo
piú d’un dubbio sottil de le mie scole;
ma tempo è da tacer, ch’io ben comprendo
che la maestra tua non vuol parole.
lo qui rimango ad Herse mia tessendo
ghirlandetta di mirti e di viole.
Tu vanne, e godi. Io so che ’n tanta gioia
qualunque compagnia ti fora a noia. —

22.Con un cenno cotal di ghigno astuto
si rivolse a Ciprigna in questo dire;
poi smarrissi da Ior, sí che veduto
non fu per piú d’un dí fino a l’uscire.
Ma pria che desse l’ultimo saluto
ai duo focosí amanti in su ’l partire,
de l’un’ e l’altro in pegno di mercede
giunse le destre, e gl’impalmò per fede.