Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/554

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55.Natura uni versai madre feconda
è la Donna, ch’assisa ivi si mostra.
In quella cava ha sua magion profonda,
occulto albergo e solitaria chiostra.
Giust’è ch’ognun di voi le corrisponda,
vuoisi onorar qual genitrice vostra;
e ben le devi tu, come creato
piú bel d’ogni altro, Adone, esser piú grato.

56.Quell’uomo antico, ch’a le spalle ha i vanni,
è quei ch’ogni mortai cosa consuma,
domator di Monarchi e di Tiranni,
con cui non è chi contrastar presuma.
Parlo del Tempo, dispensier degli anni,
che scorre il ciel con si spedita piuma,
e sí presto sen fugge, e sí leggiero,
ch’è tardo a seguitarlo anco il pensiero.

57.Con l’ali, che sí grandi ha su le terga,
vola tanto, che ’l Sol l’adegua a pena.
Sola però l’Eternitá, ch’alberga
sovra le stelle, il giunge, e l’incatena.
La penna ancor, che dotte carte verga,
passa il suo volo, e ’l suo furore affrena.
Cosí (chi ’l crederebbe?) un fragil foglio
può di chi tutto può vincer l’orgoglio.

58.Di duro acciaio ha temperati i denti,
infrangibili, eterni, adamantini.
De le torri superbe ed eminenti
rode e rompe con questi i sassi alpini,
de’ gran teatri i porfidi lucenti,
degli eccelsi colossi i marmi fini.
Divorator del tutto, alfin risolve
le piú salde materie in trita polve.