Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/595

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219.Cosí Leon da la mammella irsuta
uso ancora a poppar cibi novelli,
tosto che l’unghia al piè sente cresciuta,
a la bocca le zanne, al collo i velli,
giá la rupe natia sdegna e rifiuta,
la tana angusta, e le vivande imbelli.
Giá segue giá tra le cornute squadre
per le Getule selve il biondo padre.

220.Ma quella Dea (ch’altro che Dea non deve
dirsi colei ch’a divin’opre aspira)
smorza intanto quel foco, e non l’è greve
per la commun salute il placar l’ira.
1 congiurati Principi riceve
e l’accampato essercito ritira,
ed al popol fellone e contumace
perdonando il fallir, dona la pace.

221.Ecco d’astio privato ancor bollire
de’ Duci istessi gli animi inquieti,
e ’n stretta lega ammutinati ordire
di novelle congiure occulte reti.
Ecco l’accorto Re viene a scoprire
di quel trattato i taciti secreti,
e da’ sospetti d’ogni oltraggio indegno
con la prigione altrui libera il regno.

222.Poi che ’l pensier del machinato danno
vano riesce, e d’ogni effetto vóto,
del capo afflitto le reliquie vanno
qual polve sparsa a lo spirar di Noto.
Ma per nove cagion pur anco fanno
novo tra lor sedizioso moto;
e pur con nove forze e genti nove
la regia armata a danni lor si move.

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