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ARGOMENTO

Bellezze a contemplar d’alme divine
sen poggia al terzo Ciel la coppia lieta;
e degli effetti di quel bel Pianeta
scopre lo Dio facondo alte dottrine.

O giá de l’Arno, or de la Senna onore,
Maria piú ch’altra invitta e generosa,
Donna non giá, ma nova Dea d’Amore,
che vinta col tuo Giglio hai la sua Rosa,
e del Gallico Marte il fiero core
domar sapesti, e trionfarne sposa,
nate colá su le Castalie sponde
prendi queste d’onor novelle fronde.

Queste poche d’onor fronde novelle,
questi fior di Parnaso e di Permesso
la tua chioma reai degna di stelle
non sprezzi, ond’io corona oggi le tesso;
poi ch’anco il Sole, o Sol de l’altre belle,
eh’è de la tua beltá ritratto espresso,
scorno non ha, che fra la luce e l’oro
che gli fregiano il crin, serpa l’alloro.