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66 la fortuna


39.così mentre ch’Amor dal Ciel disceso
scorrendo va la region più bassa,
con la face impugnata, e l’arco teso,
gran traccia di splendor dietro si lassa.
D’un solco ardente e d’auree fiamme acceso
riga intorno le nubi, ovunque passa,
e trae per lunga linea in ogni loco
striscia di luce, impressïon di foco.

40.Su ’l mar si cala, e sì com’ira il punge,
se stesso aventa impetuoso a piombo.
Circonda i lidi quasi mergo, e lunge
fa de l’ali stridenti udire il rombo.
Né grifagno Falcon quando raggiunge
col fiero artiglio il semplice Colombo
fassi lieto così, com’ei diventa
quando il leggiadro Adon gli si presenta.

41.Era Adon ne l’età che la facella
sente d’Amor più vigorosa e viva,
ed avea dispostezza a la novella
acerbità degli anni intempestiva.
Né su le rose de la guancia bella
alcun germoglio ancor d’oro fioriva;
o se pur vi spuntava ombra di pelo,
era qual fiore in prato, o stella in cielo.

42.In bionde anella di fin or lucente
tutto si torce e si rincrespa il crine.
De l’ampia fronte in maëstà ridente
sotto gli sorge il candido confine.
Un dolce minio, un dolce foco ardente
sparso tra vivo latte e vive brine
gli tinge il viso in quel rossor, che suole
prender la rosa in fra l’Aurora e ’l Sole.