Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/245

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347.Bianco il destrier, bianco l’usbergo, e bianco
di bianchi fregi ha il guernimento adorno,
e di penne di Cigno il cimier anco
canuto ondeggia e si rincrespa intorno.
Lo scudo, che sostien col braccio manco,
a l’argento purissimo fa scorno,
e porta ne la lancia, onde combatte,
un pennoncel pur del color del latte.

348.Oltre la piuma, in cima a la celata
amoroso mistero è sculto e finto.
Havvi vaga Colomba innargentata,
che piagne il caro maschio in rete avinto,
e batte l’ali, e mesta e scompagnata
mostra ne l’atto il gemito distinto.
Un motto in lettre d’òr l’è scritto al piede:
' Pari al candor de l’armi è la mia fede ”.

349.La nobil portatura e la sembianza
de l’ignoto Guerrier ciascun commenda.
Ma Sidonio in quel mezo oltre s’avanza
per saver chi sia questi, e cui difenda,
e si caccia tra ’l vulgo, ov’ha speranza
che meglio di tal fatto il ver s’intenda:
ed ode d’ognintorno, ove si giri,
fremer singulti, e mormorar sospiri.

350.— Deh con l’eterna man, Giove, saetta
da le porte del Ciel celeste lampo,
ch’apporti a l’innocente Giovinetta
(ché tal creder si dee) difesa e scampo.
Pia dunque a perder sua ragion costretta
per non aver chi la sostenga in campo?
Pia che tanta beltá su ’l fior degli anni
ad infame patibulo si danni?