Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/247

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355.Veder non so perché sí dubbia impresa
temerario intraprendi, ed armi tratti
senza frutto sperar di tua contesa,
o saper la ragion per cui combatti.
A Sidonio non cal di tua difesa,
né rifiuta la pena a’ suoi misfatti.
Follia fa Tuoni qualor querela cerca
da cui premio non miete, onor non merca.

356.E che tu sia mallevador de’ torti,
oltre che per piú capi è manifesto,
a farne in tutto i circostanti accorti
per mia stima bastar devria sol questo,
ch’a discolpar un reo di mille morti
non chiamato ne vieni, e non richiesto.
Ciò che ti vai, se di sua bocca istessa
d’aver peccato il peccator confessa? —

357.Cosi parlava il brun, né senza orgoglio
dal bianco Cavalier gli fu risposto.
— Publicar chi mi sia di rado io soglio,
ché studio a mio poter girne nascosto.
Teco in belle ragion garrir non voglio,
Vienne con Tarmi a disputar piú tosto,
ché con lingua di ferro io ti rispondo,
miglior guerrier che dicitor facondo.

358.Ma chi se’ tu, che de la ria Donzella
onestar vuoi la causa, e piú l’accusi?
Dichiara pur di propria bocca anch’ella
l’amoroso delitto, e tu lo scusi;
e come a l’alta legge, avendo quella
giá trasgredita, or d’ubbidir ricusi,
a sostener per lei quel che sostieni,
non chiamato o richiesto ancor ne vieni.

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