Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/28

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71.Tremando, ansando, ed anelando arriva,
e ben mostra il timor la faccia smorta:
e con voce interrotta e semiviva
del duro caso la novella porta.
La stupefatta e sbigottita Diva
oh come allor si turba e si sconforta,
ed or vòlta a l’amico, ed or al figlio,
non sa ne’ dubbi suoi prender consiglio.

72.Non con tanto spavento in fragil pino
spinto da Borea iniquo in mar turbato
il nocchier di Sicilia ode vicino
de la Cagna del Faro il fier latrato,
con quanto Citherea del suo divino
Guerrier di ferro e di disdegno armato
teme la furia e la possanza immensa:
e mille scuse e miU’astuzie pensa.

73.Pensa alfin ricorrendo a le menzogne
d’un’audacia sfacciata armar la fronte,
e spera con lusinghe e con rampogne,
tutte in lui riversar le colpe e l’onte.
Ma per meglio celar le sue vergogne,
e le scuse aiutar, che son giá pronte,
dando pur loco a quel furore stolto,
non vuol, che ’l Vago suo seco sia còlto.

74.Chiama Adone in disparte, e lagrimando
l’essorta a declinar l’ira di quella,
quella, che posta ogni pietate in bando,
governa il quinto Ciel, barbara stella.
Il Giovinetto attonito tremando
ne le spalle si stringe, e non favella,
e per sottrarsi agl’impeti di Marte
al partir s’apparecchia, e pur non parte.