Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/288

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95.Ma rinfrancato da quel primo assalto,
poi che conobbe il desiato aspetto,
brillar per gioia con festivo salto
sentissi il core, e scintillar nel petto.
Tutto dentro di foco, e fuor di smalto,
rapito alfín da traboccante affetto,
e stillando per gli occhi allegra vena,
tese le braccia e le ne fe’ catena.

96.L’incatenata ed infocata Diva
i nodi raddoppiò saldi e tenaci.
Svegliossi Amor, che non lontan dormiva,
e d’Amor si svegliaro anco le faci.
L’accesa coppia in su la fresca riva
i vezzi favoria con mille baci.
Gioiva Adone, e de’ passati affanni
campo avea ben da risarcire i danni.

97.De’ di perduti e del ritorno tardo
ristora il tempo entro ’l bel grembo assiso.
Dolce pria l’arse il lampeggiar del guardo,
dolce ferillo il folgorar del riso,
ma dolcemente da piú dolce dardo
al saettar del bacio ei giacque ucciso.
Languiano l’alme, e d’egual colpo tocca
gravida di due lingue era ogni bocca.

98.Non fu per man di duo maestri saggi
concordia (credo) mai di duo stromenti
che raddoppiasse con sí bei passaggi
differenze di suoni e di concenti,
come, di vero amor dolci messaggi,
alternavan tra lor sospiri ardenti,
e tra que’ baci armonici parlando
garriano a prova, e discorrean baciando.