Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/347

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75.E ben ch’ognun con impeto si mova
per venir quanto prima al gran paraggio,
non avrete però poi ne la prova
(s’ella non vel concede) alcun vantaggio.
E se quel che cerchiam non si ritrova,
o non l’ha ancor prodotto uman legnaggio,
vostro malgrado ancora, uopo vi fia
fin a tanto aspettar, che nato ei sia.

76.Sará dunque il miglior, che si sopisca
la controversia omai, che vi trattiene,
e che ciascuno al Ciel pronto ubbidisca,
che sa meglio di voi ciò che conviene. —
Qui fa punto al parlar, né v’ha chi ardisca
d’opporsi a quel ch’ei consigliò sí bene.
Allora seco in su l’aurato scanno
cento barbe canute a seder vanno.

77.La bassa plebe da le guardie esclusa
ne la gran piazza le novelle attende;
e d’ogni moto altrui (com’è sempr’usa)
intenta a prova e curiosa pende;
e ne’ suoi voti garrula e confusa
con discorde parer tra sé contende;
ché ’n ogni affar sentenziando il vero
vuol quasi sempre il vulgo esser primiero.

78.Fu Cupidoro Principe d’Epiro
il primo a comparir de’ pretendenti.
Erano gli occhi d’un gentil zaffiro,
sovra cui si sporgean ciglia ridenti.
Eran le labra del color di Tiro,
sotto cui si chiudean perle lucenti.
Avea sguardo benigno, andar superbo,
fanciul maturo, e giovinetto acerbo.