Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/399

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ALLEGORIA

Per la dolorosa separazione d’Adone e di Venere dassi altrui a divedere con quanta pena e difficoltá si priva la carne del suo godimento sensibile. Per Tritone, mostro marino, che cavalcato da Venere, ed allettato dalla promessa del premio amoroso, di qua e di lá con larghe ruote trascorre il mare, si figura l’uomo sensuale, mezo t uanto alla parte inferiore, il qual posseduto e signoregf alla voluttá, che gli promette piaceri e

dolcezze, immersa u.cuu’0 il pelago di questo mondo, va per esso del continovo senza alcun riposo con tortuosi errori vagando. Per Glauco, che in virtú d’un’erba mirabile, lavato da cento fiumi, di Pescatore diventa Dio, si disegna lo stato di colui, ch’entrando nel gusto della vera sapienza, e con Tacque della vera penitenza purgandosi delle macchie del senso, prende forma e qualitá divina, ed acquista la beatitudine, e l’immortalitá. Per la festa degl’Iddii e delle Xinfe del mare, ch’arridono al passaggio della Dea, si ombreggia la salsedine essere amica alla generazione, come quella che per lo suo calore ed acrimonia è provocatrice della lussuria.