Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/452

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7.D r queste due facelle il core accesa
Falsirena la falsa Incantatrice,
tutta del bell’Adone ai danni intesa
sembra stolta Baccante, o Furia ultrice.
Il modo sol da vendicar l’offesa
pensa, e come dar morte a l’infelice;
e secondo il furor che la consiglia,
or questo, or quel parer lascia e ripiglia.

8.Non cotanti color’ cangia la piuma
che ’ngemma a la Colomba il collo intorno,
quando mostra a colui che ’l mondo alluma
il suo bel vezzo in varie guise adorno,
quanti la passion che la consuma
va mutando pensier’ la notte e ’l giorno.
Alfine i dubbi, onde la mente involve,
in un partito perfido risolve.

9.— S’Amor — seco dicea — non può giovarmi,
se lusinga, promessa, oro non giova,
se de’ tremendi miei magici carmi
vana riesce ogn’infallibil prova,
se non vaglion le forze, i ferri e Tarmi,
s’altro rimedio un tanto mal non trova,
a far almeno il mio desir contento
varrá forse l’inganno, e ’l tradimento. —

10.Aurilla era una Ninfa, ancella antica
de la Diva di Cipro e di Cithera,
bella, ma poco saggia, e men pudica,
avara alquanto, e garrula e leggiera.
Era costei di Bacco amata amica
piú ch’altra allor de l’amorosa schiera.
Conosciuta costei mobile e vaga,
vòlse il suo mezo adoperar la Maga.