Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/587

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275.Tali accenti dogliosi ha sparsi a pena,
dispersi in un con le speranze a vóto,
che tutto ignudo in su la molle arena
depon le vesti, e s’apparecchia al nuoto;
e dando spirto al cor, sforzo a la lena,
la fuga al corso, ed a le membra il moto,
lá dove fanno i flutti aspra battaglia
con audacia infelice alfin si scaglia.

276.Sdegnasi forte il mio marito altero,
ch’ei lo disprezzi, e tanto ardir gli spiace,
onde col Re c’ha sovra i vènti impero,
fa lega per punir l’insania audace:
10 qual disciolto il suo drappel guerriero,
per far guerra maggior, fa seco pace,
e l’un e l’altro indomito Tiranno
con congiura crudel s’arma a suo danno.

277.Noto ne vien da l’Austro, e ’l sen di brine
carco, Tali d’umor, d’orror la fronte,
e stillante di piogge il mento e ’l crine
spezza le nubi, e fa del Cielo un fonte.
Vien dal nevoso e gelido confine
Borea di Scithia, e fa del mare un monte,
indi il ragguaglia, e i mobili cristalli
spiana in campagne, e poi gli abbassa in valli.

278.Sorge da’ Nabathei contro costoro
11 torbid’Euro, e l’Oriente scote,
né men superbo e rigido di loro
con orribil fragor Tonde percote.
Ma con piú torvo aspetto il crudo Coro
leva da l’Ocean gonfie le gote.
Piove tonando, e folgorando fiocca
l’irsuta barba, e la tremenda bocca.