Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/77

Da Wikisource.


267.Con acerbe doglienze ed importune
Idonia allora il Damigel ripiglia,
dicendogli ch’ell’ama il ben commune,
e che per util suo solo il consiglia:
che conoscer devria le sue fortune,
e che forte di lui si meraviglia,
che con cambio ingratissimo disprezza
tant’onor, tant’amor, tanta bellezza.

268.— Se non sei — gli dicea — privo di sensi,
contro Guerriera tal come resisti?
Ma s’a l’amor, s’a la beltá non pensi
di lei, da cui sí súbito partisti,
come almen non rimiri i beni immensi,
ch’acquistando costei, per sempre acquisti?
T’insegnerá le qualitati ignote
de le pietre, de l’erbe, e de le note.

269.Ti scoprirá l’occulta arte verace
che può supplire ove mancò Natura,
in qual modo arrestando il piè fugace
l’imperfetto metallo si matura,
e come, dando il vento a la fornace
con moderato mantice misura,
tempra in guisa il calor, ch’a poco a poco
l’efficacia del Sol s’usurpa il foco.

270.Oltre questa virtú rara e secreta,
ch’a tutti conseguir non si concede,
onde vita trarrai contenta e lieta,
come colui che quanto vuol possiede,
dono poi ti fará d’una moneta
che sempre a chi la spende indietro riede.
Se la spendessi mille volte il giorno,
mille volte in tua man fará ritorno.