Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/785

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Rari e quasi trascurabili gLi interventi sul testo giá approntato, imponente l’apporto della ristrutturazione e delle arborescenze episodiche I primi due scarti instaurativi si limitano alla insinuazione di una singola ottava nuova fra due preesistenti (l’attuale 41 fra le primitive XL-XLI e l’attuale 46 fra XLIV e XLV). Ma fra XLYI e XLVII l’interpolazione è di cinque ottave (le attuali 49-53: una intera colonna di stampa) L’episodio famoso dell’Usignolo sale cosí da sedici a ventitré stanze complessive. Ma ecco l’introduzione di un episodio, questo interamente nuovo: l’invenzione della musica; ed è una serie di altre sei stanze (le attuali 57-62 interpolate fra XLIX e L), che sommate alle sette interpolate all’* usignolo *, portano il conto a tredici. Si era, a questo punto, non solo fabbricata una carta in piú rispetto alla redazione originaria, ma intaccata per tre ottave un’altra facciata: a completare la quale occorrevano altre sette ottave, che si ottennero stemperando in due stanze l’originaria L e inventando una ulteriore digressione (Musica & Poesia) fra la terzultima e la penultima stanza (LI-LII ) della prima versione. Ed ecco come due carte divennero quattro e le ottave passarono da 230 a 250.

(Naturalmente si è ragionato come se l’intervento del Marino fosse in prima istanza stato provocato dal desiderio di ampliare virtuosisticamente la descrizione dei virtuosismi del liutista e dell’usignolo, e non di inserire, per affinitá tematica, uno o due nuovi episodi d’interesse musicale. Né potrá essere esclusa la suggestiva ipotesi che in quello spazio, per cosí dire, obbligato, il Marino avesse voluto fabbricare, da ultimo, un trattatello in compendio sulla musica. Che ciascuna delle due digressioni nuove, d’altronde, si componga di sei ottave, non è che conferma di come in certe tensioni all’arte corrispondenze numeriche paiano degne di assumere significato strutturante).

9. - Varianti censorie in V

Ovviamente, quanto siamo venuti esponendo non ha alcun rilievo per stabilire il testo do;V Adone (né, a maggior ragione, il contenuto e il sistema delle varianti che si potrebbero ricavare dai ricordati Codici Madrileno e Parigino). Ci è stato però consentito di gettare uno sguardo opportunamente incuriosito sul laboratorio mariniano. Se veniamo, ora, a minuto raffronto di P con V, della edizione parigina con quella veneziana su di essa esemplata in tempi stretti, troviamo, per quello