Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/15

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e l’uno e l’altro giudicasse degni di maraviglia, sommamente essaltando la sua virtú e ringraziandola ancora di tante grazie che dice dalla mano di lei indegnamente ricevere, tanto in far cosi gran stima di lui dandogli tante lodi, quanto in farlo degno d’un si leggiadro e dotto componimento, al quale, come che egli oltre modo si diffidi di fronteggiare, mi disse tuttavia di voler rispondere quanto prima. Al signor Ascanio Pignatelli non l’ho potuto io ancora consegnare, per non averlo, in molte volte che vi sono andato, ritrovato mai in casa. Quando a V. S. illustrissima piacesse, per levare quello scrupolo di quel «nutro», io farei «serbo»; però del tutto mi rimetto al suo parere. Per ora altro non mi accade se non raccomandarmi alla sua umanitá. E facendole riverenza com’io debbo, le bacio carissimamente le mani.

Di Napoli [1594].

IX

Al medesimo

Notizie intorno al dialogo del Tasso, e scuse per la propria pigrizia nello scrivere.

Io, che mi doleva di non aver risposta di V. S. illustrissima, mi veggo accusato da lei di non averle scritto. Scrissi a lei molti di sono un’altra lettera, nella quale l’avvisava d’aver consegnata la sua al signor Orazio d’ Afeltro, confermandole il desiderio c’ho di servirla intorno al dialogo e di quel c’ho di goder le sue bellissime rime. Ora ritorno caldamente a supplicamela e, perché non m’abbatta al medesimo, non darò piú le lettere al signor don Giovanni Antonio ma al signor Muzio, se pur sarò sicuro che le capitino in mano.

Il dialogo del Tasso giá tengo per ricevuto, percioché egli ha promesso di darlomi quanto prima. Favoriscami commandarmi quel ch’io m’abbia a fare, perché non farò nulla senza suo espresso commandamento.

Se io sono stato fin qui pigro ad importunarla con mie lettere, non dubito punto ch’ Ella non abbia dubitato della mia volontá verso di lei, essendo certissima che dove ho mancato con lettere