Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/161

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soggetto né piú devoto né piú ubligato a cotesta famosissima adunanza. E se bene averei potuto onorare queste mie preghiere con lettere de grandi, non ho però voluto farlo, perché desidero immediatissimamente da loro questa grazia, per non averne a dividere l’obligo; e tanto piú volontieri ho rissoluto di trattare in questa maniera, perché quanto onore avrebbe l’altrui grandezza apportato alla mia instanza, d’altretanto discredito sarebbe stato alla mia confidenza. Tutta la riputazione che nel corso de’ miei giorni ho conseguita, tutta riconosco da cotesto numero; tutte le speranze che possono passarmi per la mente, tutte hanno le loro prime radici fisse in cotesto collegio; e spero ancora che dalla bontá loro non mi sera negata quest’ultima grazia d’esserne fatto collega. L’etá mia è proporzionata a tutte le fatiche, e di studi e di viaggi, che potessero al collegio occorrere. Ogni poco piú che mi tardino questo onore, favoriranno piú il desiderio che avrò di servirle che le forze di poterlo fare. Giá l’anno vigesimoquinto del mio dottorato s’avicina, e non ho in cotesta congregazione parente che mi protegga o che mi promova. Ma dall’altra parte vivamente confido che la loro giustissima destrezza e bontá mi servirá di padre e di zio per farmi conseguire questa desideratissima consolazione. Colla qual fede faccio a tutte le SS. YV. eccellentissime, in universale e in particolare, umilissima riverenza.

Di Ferrara, li 27 ... [1619].

LXIII

Ar. Cardinal Capponi


I n occasione della sua partenza da Bologna.

Col piú devoto e col piú tenero affetto che possa produrre l’animo mio, vengo ad augurare a V. S. illustrissima il buon viaggio in cotesta sua pur troppo improvisa partita; e se bene io so che una pioggia di lacrime di tanti cittadini l’accompagnará fuori della cittá, so ancora che si fatta pioggia piú di qualsivoglia sereno sará sempre serena e chiara al nome e alla