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CXLII

A Giacomo Accarisio


Risponde alla precedente lettera, e attende l ’ Istoria del Bentivoglio.

Io sono troppo favorito del dono del libro che m’ ha destinato il signor cardinale, e che da me con molta impazienza si sta aspettando, per esser velocemente corso in quel punto che mi giongerá.

Ma io m’ingannarò se penserò di correr si preziose fatiche, perché i sentieri seminati di perle non ammettono il corso, massime di chi desidera di farsene monile, come io di tutte le gemme di Sua Eminenza m’ingegno d’incoronar la memoria, e lodandole m’affatico per farne tesoro alla mia riputazione. Rendo molte grazie a V. S. dell’aviso che me ne dá; e pregandola a riverire profondamente in mio nome il signor cardinale, caramente le bacio le mani.

I1632].

CXLIII

Al medesimo


Lodi dell’ Istoria del Bentivoglio.

Ho ricevuto il libro e, senza spiccar gli occhi dai fogli, ho letta tutta l’aggiunta. Insomma il signor cardinale è sempre simile a se stesso, perché altri che egli stesso in si fatte prove non gli sta a fronte. O Dio! che consolazione ho avuto, quando nel decimo libro ho veduto la comparsa in Fiandra del principe di Parma con quel nobile elogio di che Sua Eminenza l’ha onorato. So che il signor duca ne professerá molt’obligo alla sua penna, che apunto ho segnato i luoghi per mostrargli all’Altezza Sua quando tornerá di Piacenza. Quanto disgusto all’incontro ho sentito nel finir si presto una si cara lezzione !