Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/32

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tre lettere mie. Di grazia, V. S. gli scriva con qualche senso, e dicagli ch’io mi ritrovo molto affrontato per cagion sua, mancando del mio debito con due padroni miei di tanta qualitá. Soggiungagli di piú ch’io son vivo e potrò rivederlo, né mi mancherá forse modo da fargli conoscere ch’io non son uomo da esser burlato. Ma di questo non piú.

Il ritratto di Celio Magno andò in fumo. Ed io bacio a V. S. le mani.

Di Roma [tra l’8 luglio e il 6 agosto 1623].

CCVI

Al signor conte F’ortuniano San Vitali


Si scusa di scrívergli brevemente, a causa delle sue occupazioni durante il conclave dopo la morte di Gregorio XV, e lo ringrazia d’un sonetto.

Non rispondo a lungo alle tre vostre, perché mi ritrovo occupatissimo in questi frangenti di sedia vacante. Deve bastarvi ch’io vi amo di buon cuore e godo della vostra salute.

Vi ringrazio del sonetto, e quanto all’intaglio del mio ritratto potete far come vi piace. Il vostro accetterò volentieri e lo terrò fra le mie cose piú care. Cosi parimente vedrò con gusto l ’altre vostre poesie. Intanto conservatemi l’amor vostro, né tralasciate di scrivermi, ancorch’io talvolta sia tardo a rispondervi.

Iddio vi feliciti.

Di Roma [tra 1*8 luglio e il 6 agosto 1623].

CCVII

Al signor Giacomo Scaglia


Occupatissimo a causa del conclave, non può inviare il Discorso sullo scriver lascivo-, e dichiara di ridersi dell ’ Essamína scritta contro di lui dal Camprelli.

Sono in casa del serenissimo signor Cardinal di Savoia, perché dopo la morte del papa S. A. e l’ambasciador della Maestá cristianissima non hanno voluto ch’io mi trattenga altrove. In questi frangenti mi ritrovo tanto occupato che non so se potrò