Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/9

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Al signor Giovan Battista Ciotti

Accusa ricezione di alcune stami>e e si sfoga contro lo Stigliani.

Ebbi, come le scrissi, il rotoletto mandatomi per via del signor Contarini. Poi mi venne il pacchetto delle stampe del Franco, inviatomi dal signor Guinigi. Ed ora ultimamente ho anche ricevute le picciole figurine del Rosso con gl ’Innocenti di Rafaello. Del tutto la ringrazio infinitamente, ma perché Ella m’accenna di aver mandati due fagottini per mezo dell’ istesso signor Guinigi, le dico eh ’eccetto questo e quello del Franco altro non mi è capitato.

Mi sará caro eh ’Ella vada continovando con diligenza; e se non mi manda la nota di tutta la spesa che va facendo, io mi rimarrò di piú importunarla, ed invece di obligarmi mi fará un gran dispiacere.

In caso che nella libreria da vendersi si ritrovi qualche libro di belle figure, non lasci di comprarlo o dia la caparra per me, avisandomi intanto del prezzo, ch’io subito glielo farò pagar costi. Altretanto dico delle carte di Agostino viniziano, del Parmigiano, del Rota e d’altri ch’Ella mi dice aver trovate. Quanto al San Lorenzo incollato in tela, poich’è cosi maltrattato, non mi curo né occorre ch’Ella se ne dia briga, perch’io non lo voglio.

Le mando il libro francese del Trattato della corte com’ Ella desidera, e non l’ho fatto ligare per dar minor peso al corriere. Se in altro posso impiegarmi per lei da queste bande, vagliasi di me alla libera né mi risparmi in cosa alcuna.

Vorrei ch’Ella col signor Palma fusse non solo sollecita ma fastidiosa, perché quando simili uomini non hanno del continovo