Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/647

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71.V’è Lindaura gentil, Marpesia bella,
Mirtea vezzosa e Filantea gioconda,
Albarosa la bianca, e Fioristella
la bruna, e col crin d’or Fulvia la bionda.
Ma Lilla, a cui questa bellezza e quella
di gran lunga non è pari o seconda,
la pupilla d’April sembra tra’ fiori,
o la lampa maggior tra le minori.

72.Prende con tanta grazia a danzar Lilla
il contrapasso pria, poi la gagliarda,
che d’amor langue e di dolcezza brilla
il misero Filen, mentre la guarda;
e non solo a le fiamme, onde sfavilla
l’alto Sol de’ begli occhi, è forza ch’arda,
non sol la bianca man lo lega e fiede,
ma trafiger si sente anco dal piede.

73.— Bel piè — seco dicea —, mentre che finge
la danza essercitar mobile e vaga,
ne le tue rote i circoli dipinge
dove m’incanta la mia bella Maga.
Tesse mille catene, onde mi stringe,
ed incurva mill’archi, onde m’impiaga.
Que’ giri, ch’ella in tanti modi implica,
son labirinti, ove ’l mio core intrica.

74.Oh felice il terren, che vai premendo!
Deh perché non poss’io cangiarmi in sasso?
Se ben, mentre che ’n te lo sguardo intendo,
l’anima mi calpesti a ciascun passo.
Oimè, sento il tuo moto, e noi comprendo.
Com’esser puoi cosí veloce, ahi lasso?
SI si, vola pur lieve a saettarmi,
poi c’hai l’ali d’Amor, come n’hai l’armi. —

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