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idilli mitologici 203

     Havvi il biondo e ’l purpurino:
vuoi de l’oro o del rubino?
Mio sia ’l primo e tuo ’l secondo,
resti ad ambo asciutto il fondo.
A me l’uno e l’altro a te:
evoè!
     Vedi, vedi come fuma,
come brilla e come spuma!
È soave ed è mordace,
picca e molce e punge e piace.
Gran sollazzo è ber cosí:
prendi qui.
     L’acqua pura, l’onda schietta,
sia bandita ed interdetta.
Chi pon l’acqua nel falerno,
sia sepolto ne l’inferno.
Tocca il timpano, su, su:
tuppitú.
     Dolce è ben, mentr’io lo stillo,
il gustarlo col serpillo;
ma di gioia io vengo meno,
se ’l tracanno a sorso pieno.
Ne la fiasca col cro-cro
fa buon pro.
     Se talor mi lavo il mento,
d’allegria bear mi sento.
Se si versa e cade al petto,
rido e piango di diletto.
Lagrimare e rider fa
sua bontá.
     Un di Creta ed un di Chio
bevi tu, c’ho bevut’io.
Non libar, ma bevil tutto,
finché resti il fondo asciutto.
Io non posso bever piú:
bevi tu!