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28 parte prima

che per farmi contento
a pien, quand’io ti bacio,
trasformar mi vorrei tutto in un bacio.

filli


     Tirsi, vita ond’io moro,
non giá perch’io ti bèi,
ma sol perch’io t’adoro,
sol perch’amante sei,
prendi tanto piacer da’ baci miei.
     Il vero mèle ibleo,
il zucchero di canna,
il balsamo sabeo,
il nettare, la manna,
è quel dolce desio, che sí t’inganna.
     Amor del bacio è fabro,
egli il forma, ei lo scocca;
pria dal cor che dal labro
dolcemente trabocca,
ma ’l sente e gode il cor piú che la bocca.
     Amor, che lega i cori,
lega i labri tenaci:
di celesti licori
intinge i nostri baci,
temprandogli a l’ardor de le sue faci.
     Qualor con dolce rabbia
bocca si bacia o morde,
su le baciate labbia
van con voglia concorde
a mordersi, a baciar l’anime ingorde.
     Quando un molle rubino
amante anima sugge,
vien a l’uscio vicino
per fuggir, ma non fugge,
che ’n vita la sostien quel che la strugge.