Pagina:Marino Poesie varie (1913).djvu/45

Da Wikisource.

canzoni e madrigali amorosi 33

del mio sangue vestito,
de’ fior lo scetro avrai;
tu di Pesto i rosai,
tu gli orti indi ed iblei
farai felice, e gli arabi e i sabei. —
     Da indi in poi de’ fiori
reina esser si vide;
quindi folgora e ride,
cara a Zefiro, a Clori,
a le Grazie, agli Amori,
de l’api alma nodrice,
di Natura e d’Amor nunzia felice.
     Quinci avien che Ciprigna,
qualor da l’acque sorge
e ’l dí ne guida e scorge,
con luce alma e benigna
mira la sua sanguigna;
e langue e manca spesso
quella in ciel, questa in terra, a un punto stesso.
     In lei si specchia il cielo,
a lei da l’oriente
ride l’alba nascente,
e da l’umido velo
sparge di vivo gelo
umori cristallini,
onde lava ed imperla i suoi rubini.
     Non ha la bionda Aurora,
allor che ’l ciel fa chiaro,
ornamento piú chiaro.
Di rose il crin s’infiora,
di rose il sen s’onora:
anzi invidia ne prende,
e, vergognosa, di rossor s’accende.
     Mira quella che nasce,
mira in che dolce modo
rinchiusa in verde nodo,

G. B. Marino, Poesie varie. 3