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76 parte seconda

ii

al seno della sua donna

     Oh che dolce sentier tra mamma e mamma
scende in quel bianco sen ch’Amore allatta!
Vago mio cor, qual timidetta damma,
da’ begli occhi cacciato, ivi t’appiatta.
     Da l’ardor, che ti strugge a dramma a dramma,
schermo ti fia la bella neve intatta:
neve ch’ognor da la vivace fiamma
di duo Soli è percossa e non disfatta.
     Vattene pur, ma per la via secreta
non distender tant’oltre i passi audaci,
che t’arrischi a toccar l’ultima mèta.
     Raccogli sol, cultor felice, e taci,
in quel solco divin (se ’l vel nol vieta),
da seme di sospir mèsse di baci.


iii

sul medesimo soggetto

     Da duo candidi margini diviso,
apre quel sen, ch’ogni altro seno aborre,
con angusto canal, che latte corre,
una via che conduce in paradiso.
     Non osa alcun, che non rimanga ucciso,
in quel fonte vital le labra porre;
ché quinci e quindi, alabastrina torre,
guarda in duo vivi scogli Amore assiso;
     e, volando talor spedito e lieve
su quell’alpi d’avorio, aventa e scocca
strali di foco involti entro la neve.
     Onde, mentr’ivi a un punto ed arde e fiocca,
con amara dolcezza insieme beve
assenzio il core e nettare la bocca.