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Africano Spir.1


I. — Africano Spir non conobbe, vivente, la gloria dovuta all’opera sua immortale: a nessuno meglio che a lui possono applicarsi le amare considerazioni che Schopenhauer opponeva nella prefazione alla seconda edizione del suo Mondo come volontà e rappresentazione, come uno sdegnoso conforto, all’oscurità sua ed all’ingiusta indifferenza dei contemporanei. Tutto assorto nella elaborazione della sua dottrina e profondamente convinto del suo altissimo valore, egli ebbe in disdegno le piccole arti con le quali anche le opere più nobili dell’ingegno umano

  1. Introduzione all’opera di Spir «Saggi di Filosofia Critica» edita nella Biblioteca di Filosofia Contemporanea diretta da Odoardo Campa. Milano, 1913.
    Sebbene abbia scritto in tedesco, e parte anche in francese, Spir è di nazionalità russa. Nacque in un dominio paterno presso Elisabetgrad, nel governatorato di Cherson, il 15 Novembre 1837. Entrò fanciullo alla Scuola Navale di Nicolaief. Ufficiale di marina giovanissimo, combattè a Sebastopoli (1855), abbandonando in seguito il servizio per dedicarsi alla filosofia, verso la quale si sentiva portato da tutte le forze del suo carattere e del suo ingegno. Dopo un lungo viaggio all’estero, nel 1865, essendogli morte una dietro l’altra una sorella e la madre adorata (il padre gli era già morto da un pezzo), lasciò definitivameute la Russia, trasferendosi prima a Lipsia e successivamente a Stoccarda, dove s’ammogliò, a Losanna e a Ginevra. Morì d’influenza in quest’ultima città il 26 marzo 1890.