Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
- 22 - |
possiamo riferire per esempio le antiche cosmogonie greche: sebbene nel pensiero greco questa fase e per le condizioni particolari della religione greca e per il rapido sviluppo del pensiero greco sia passata rapidamente nella fase filosofica. Questo simbolismo dommatico si svolge e fiorisce sopratutto là dove ha potuto sorgere ed affermarsi una casta sacerdotale avente per ufficio la conservazione, e l’esplicazione delle tradizioni religiose: per opera di essa queste tradizioni, in cui si riflette l’esperienza religiosa di molte generazioni, sono raccolte nei libri sacri, i quali vengono trasmessi come un’immutabile rivelazione divina e costituiscono così il punto di partenza, per il pensiero ulteriore, d’un’opera paziente ed indefessa di coordinazione, di esplicazione, di interpretazione. Noi abbiamo nella teologia cristiana il più luminoso esempio d’un simbolismo dommatico che, sul fondamento degli ingenui miti evangelici, erige a poco a poco un vasto sistema teologico incorporandovi la stessa sapienza profana e trasformando il materiale mitico primitivo in modo da renderlo atto a soddisfare le esigenze d’uno spirito logicamente raffinato. Ma non è difficile comprendere che quest’opera di conciliazione, di adattamento logico del materiale mitico non può essere durevole: il dogma non è più un’immagine sensibile intuitiva e non è ancora un pensiero limpidamente logico: esso ha in sé un ostacolo insuperabile nel materiale mitico della rivelazione che deve per esso costituire il punto fisso di partenza e la norma costante della sua elaborazione teologica. Di qui l’insanabile dissidio che per opera stessa del pensiero logico non tarda a sorgere nel suo seno. «Il Messia Gesù, inviato dal cielo, (scrive lo Pfleiderer) era una bella immagine mitica del Cristianesimo primitivo: il concetto del Logos come della ragione divina rivelantesi nel mondo, un chiaro ed alto pensiero del platonismo alessandrino: Gesù come Logos è un uomo divinizzato nel quale non è più possibile comprendere nè come egli possa essere un Dio, nè come possa essere un uomo». Onde le infinite controversie dogmatiche dirette a risolvere questioni radicalmente insolubili: questioni che la Chiesa non ha potuto altrimenti risolvere che col porle come misteri e col considerare la fede cieca in formule incomprensibili come un atto di meritoria obbedienza.
Ciò che caratterizza il passaggio deciso al pensiero filosofico