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lire con precisione nessi e rapporti causali e seguire la genesi del fatto psichico partendo dai fattori causali originarii. Quindi potrebbe darsi che, pur dovendosi ammettere in tutti gli animali una coscienza, l’unico metodo per lo studio di essa fosse la ricerca fisiologica, l’esame dei meccanismi organici, che condizionano ed accompagnano la coscienza. Questa diversità di metodo non è indifferente per i risultati. Se si cerca di esplicare la vita cosciente dall’osservazione del nostro interno e la si ricostruisce in base a quanto apprendiamo direttamente in noi, la vita psichica appare come una continua spontaneità, una creazione, una attività vivente. Se la si ricostruisce in base alle ricerche fisiologiche, bisogna pensarla su d’uno schema meccanico: ogni ricerca fisica, se vuole essere conseguente e rigorosamente scientifica, deve spiegare i fatti come prodotti necessari delle loro condizioni causali: anche la vita psichica deve essere pensata come una concatenazione meccanica, sul tipo del riflesso fisiologico. Ora quale di questi due metodi è da seguire?

Il punto essenziale della questione sta nel rapporto che vi è tra i fenomeni coscienti ed i fenomeni organici. Se è vero che vi è un parallelismo costante, non possiamo sottrarci alla conseguenza che il metodo fisiologico sia preferibile. Specialmente nella psicologia animale, dove non veniamo mai a contatto con la coscienza e le interpretazioni sono così malsicure, perchè non seguire la concatenazione della serie fisiologica, che ci è direttamente accessibile coi metodi scientifici, e ricostruire su di essa la serie psichica? Questa è invero la conclusione alla quale si accostano alcuni recenti cultori della psicologia animale; i quali senza negare resistenza della coscienza negli animali, trovano però che essa, oltre ad essere per sè non constatabile direttamente, si sottrae ad ogni esatta determinazione. Quindi bisogna lasciarla interamente da parte: inserire un fatto psichico nella catena dei fenomeni della vita animale è un andare contro alle regole del metodo scientifico. Non c’è pertanto una vera psicologia animale, ma solo una fisiologia animale; il solo metodo di studiare e descrivere scientificamente la vita psichica dell’animale è quello di ridurla tutta a meccanismi, a tropismi1.

  1. Zur Strassen, Die neuere Tierpsychologie, 1907; v. Uexküll Umwelt und Innenwelt des Tiere, 1907.