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rosso. Sopra la gabbia stava un altro uccello simile, ma d’un verde più uniforme, che al mio avvicinarsi volò via. La signora Webb mi disse che l’uccello della gabbia era stato preso da suo marito in vicinanza della casa e, non essendo ferito, messo in gabbia. La sua fedele compagna veniva regolarmente ogni mattino a trovarlo e stava alcune ore a fargli compagnia. Dopo un po’ di tempo volava nuovamente via; qualche volta era anche rimasta assente alcuni giorni, ma poi era tornata presso il suo vecchio compagno. Non è questo tratto di fedele attaccamento, in un uccello, realmente commovente?» (p. 292-3).

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Un elemento affatto nuovo, anzi inatteso, è stato portato in questa controversia sull’intelligenza animale dalle esperienze sugli «animali pensanti» che ha trovato eco anche nei giornali quotidiani1. Basterà quindi accennare brevemente ai fatti principali. Le prime esperienze sono state quelle dei cavalli di Elberfeld: che erano stati educati a rispondere a delle domande fatte a voce o scritte, battendo dei colpi di zoccolo su d’una pedana secondo un alfabeto insegnato ad essi in anticipazione — come gli spiriti. Analoghe esperienze e con gli stessi risultati sono state fatte a Mannheim con un cane, Rolf, che rispondeva battendo la zampa su d’una cartella. Le esperienze più meravigliose sono quelle matematiche: i cavalli estraevano radici quadrate e cubiche con una prontezza degna dei calcolatori-prodigio. Ma anche le altre risposte, nella loro semplicità e rozzezza, sono certamente fatti che hanno del meraviglioso. — Mi sia lecito notare incidentalmente che i fatti non sono nuovi. G. B. Duhamel, un ecclesiastico vissuto a Parigi dal 1624 al 1706, che pubblicò nel 1678 un Corso di filosofìa, d’indirizzo eclettico2, nella sua Metafisica a p. 458, dopo d’aver cercato di provare contro Cartesio

  1. Si veda per tutto questo l’ottimo libro del Mackenzie, Nuove rivelazioni sulla psiche animale, 1914; come pure gli articoli apparsi in Scientia (1913), in Psyche (1913-14), nel Bollettino della Società filosofica di Parigi (1912) e nella Mitteilungen der Gesellschaft fiir Tierpsychologie (1913 ss.).
  2. Duhamel, Philosophia vetus et nova, Yen. 1730, 6 vol.