Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/210

Da Wikisource.


LIBRO TERZO.



PROLOGO.

La natura universale che non manca nelle cose necessarie, nè abbonda in superflue, a tutte le cose viventi con cognizione ha dato tutto quello che ad esse è necessario, e che per se medesime non possono conseguire: ma tutte quelle cose che gli animali per le virtù loro (da essa natura però ricevute) possono conseguire, ha ordinato che mediante le operazioni loro le acquistino, e non altrimenti, come inimica dell'ozio. Per questa ragione e fondamento essendo l'uomo più perfetto corpo corruttibile e animale più nobile di tutti gli altri, per l'ingegno del quale e instrumenti suoi infinite operazioni possono seguire, quello volle creare ignudo senza vestimenti e senz'armi difensive: delle quali cose tutti gli altri animali sono dotati: solo per questa allegata ragione, perchè esso uomo ha in se l'intelletto e la ragione e la mano, la quale è chiamata organo degli organi e instrumento di tutti gli altri instrumenti. Per i quali principii ogni specie di vestimenti e d'armi ed altre sue comodità può fare ed ordinatamente componere. Adunque questa ragione fermata nel suo egeno nascimento manifestamente prova la nobiltà sua, non la miseria come molti estimano. Ma perchè al vitto e comodo suo si ricerca molte varie cose, le quali un solo uomo non è sufficiente d'operare, non per difetto d'intelletto o sapere, ma per incompatibilità del tempo, l'uomo per natura è detto dai filosofi morali e naturali animale sociabile. Fu adunque naturale e conveniente agli